Letiqua, dea della natura e della morte

Letiqua era la sposa del signore della Caccia, scelta per trascorrere la sua esistenza onorando e danzando le prede che il suo sposo affrontava nell’onorevole rito della caccia. Il Cacciatore onorava la preda rincorrendola nel bosco, combattendo con essa ad armi pari, e lei onorava il corpo dell’animale sconfitto, cucinando la sua carne e vestendosi delle sue pelli.
Una notte, Letiqua aprì gli occhi e sentì che il bosco era fitto di rumori, ma ne mancava uno che conosceva fin troppo bene: il passo del suo amato. Fra i mille rumori della foresta percepì subito la mancanza del Cacciatore e comprese che qualcosa lo aveva carpito, qualcosa che aveva emesso solo un suono cupo nella notte, simile a quello del mare. Letiqua si spogliò dei suoi vestiti da sacerdotessa e si ricoprì di pelliccia, il suo viso coperto da pittura e la sua testa ornata da corna: avrebbe dato la caccia a ciò che aveva portato via il suo sposo.
Ed infine, dopo tanto pellegrinare, lei trovò il Gorgo o meglio il Gorgo trovò lei.
E con esso trovò anche suo marito, privo ormai dei suoi poteri da dio ma anche in quel mondo è così che lo chiamavano: il Cacciatore. Un lieve sorriso per un istante si dipinse sul suo volto.

Letiqua venne accolta dagli altri Dei e cominciò ad occuparsi di ciò che faceva quando era la sposa del Cacciatore: onorare la preda. Al mondo preda e predatore si rincorrono in una caccia eterna, nell’eterno ciclo della vita in cui infine ogni bestia diventa concime e terreno per la più piccola e umile delle creature. Non esiste né inferno né paradiso ma ogni anima viene accompagnata in un mondo altro. Mentre le anime degli animali viaggiano leggere e sono pronte immediatamente a reincarnarsi, quelle degli uomini però permangono più a lungo in un limbo, legate da catene spirituali rappresentate dai ricordi di chi è ancora in vita. Quando anch’essi appassiscono, e con essi il ricordo della persona defunta, l’anima è finalmente libera di reinserirsi nel ciclo della vita. Ad ogni ciclo di reincarnazione però l’anima lascia qualcosa di sé e diventa sempre più effimera ed evanescente, fino a venir completamente consumata dal Gorgo, e da qui l’esigenza di procurarsi nuove anime e altra energia vitale.

Inutile dire che la sua inimicizia con Torok fu da subito mortale: nessun patto poteva essere fatto con chi volutamente aveva violato l’ordine naturale delle cose, popolando la terra di abomini non-morti. Letiqua è la dea della sfida, della natura selvaggia e dell’accettazione del proprio destino. E’ la dea a cui spesso si rivolgono gli avventurieri, gli esploratori e chiunque debba affrontare una sfida al di sopra delle proprie capacità affinché lei gli dia il coraggio e con il suo manto ricopra l’impavido viaggiatore, dandogli la forza di affrontare il proprio destino in qualunque modo esso si concluda.