Siya, Dea del bene e della guarigione

La guerra scoppio velocemente: più il sangue scorreva, più le grida disperate dei mutilati mi pregavano di fermarmi e più sentivo di dover continuare, ogni lacrima era un cristallo che andava a formare il mio trono e ogni benedizione a me richiesta, anelata, pregata diventava in filo del mio giaciglio … Mi bastava coprirmi per essere cullata e mi bastava giocare con quelle lacrime per sentire quegli uomini aggrapparsi a me .
Ne ero sommersa e il mio tempio era gremito di soldati che chiedevano la mia benedizione … Non sapevo quanto agli uomini piacesse combattere e sono stata sorda mentre il sangue continuava a scorrere. Ad una guerra ne sussegui un’altra e poi un’altra ancora e quelle voci, quei pianti, quelle preghiere sempre meno giungevano nel mio piano.
L’umanità si stava annientando .
Provai quindi a raccogliere i pezzi, a sgretolare quei cristalli per sentire le loro preghiere ancora e, sfacendo il mio letto, cercavo una coperta oramai troppo corta. Troppo pochi erano rimasti e quei pochi bramavano ancora sangue per portare “la pace”.
Una pace che non arrivo mai .
Tesi le mani donando ciò che mi rimaneva affinché quelle trame rosse potessero diventare spago per ricucire; piansi cristalli affinché potessero cadere sulla terra nel cuore degli uomini.
Già… piansi quando credetti che la fine fosse vicina. Con così pochi fedeli mi stavo sgretolando: ” Anche un dio può morire allora “
Non era quello il fato che mi attendeva: sotto di me vidi un mondo, trame come fili di metallo lo circondano e buchi si aprivano riversando anime in esso. Tutto era caotico eppure , tutto funzionava ….
Volsi il mio sguardo alla terra sottostante. C’erano altri uomini, ma anche quì versavano sangue e ancora sangue.
Piansi ancora e nuda mi ritrovai donando quel poco che mi rimaneva. Nel freddo del cielo e nel riflesso degli oceani mi specchiai osservando la mia figura un tempo fiera.
Una calda brezza mi investí , non so quanto passò ma le mie lacrime germogliarono nel cuore di alcuni e i miei vestiti curarono i feriti … Candide vesti di seta ricoprivano ora il mio corpo e un giaciglio dorato confortava il mio dolore …
Siya così mi chiamano nella loro lingua queste creature. Quando combattono verso lacrime per loro e quando soffrono offro loro il mio giaciglio .

Siya era la divinità della guerra in un altro mondo, ma la ferocia degli uomini fu inarrestabile tanto da consumare l’umanità stessa. Rimasta sola e senza preghiere ha trovato la salvezza nell attuale mondo dove al contrario di prima preserva la vita per non ricadere negli errori del passato .Dea dallo sguardo gentile davanti all innocente, ma furiosa contro chi versa del sangue inutilmente. Come ex dea della guerra sa dimostrarsi terribile qualora qualcuno arrivi a farle perdere la pazienza, cosa, comunque, non facile.I suoi fedeli tendono a non uccidere l’avversario ma a renderlo inerme. Salvare più vite possibili è un loro precetto, ma sanno anche essere decisi e spietati di fronte al male. Attualmente non si conoscono reliquie della dea, ma lei prima di divenire dea del bene e della guarigione, si spoglió e sul mondo caddero la sua spada, i pezzi della sua armatura e la sua corona.