Prinaa, dea della vendetta e del tradimento

Dogma e Anatema: Tutto tende all’equilibrio. Per perdurare nel tempo, tutto DEVE tendere all’equilibrio. Anche il Caos nel suo essere disordinato non è che una forma di ordine. Come lo zero è considerato una quantità pur essendo la manifestazione della sua assenza, allo stesso modo anche il caos è considerabile un tipo di ordine. E se anche il caos in realtà è ordine, nulla è può essere più importante dell’equilibrio, che è la forma definitiva dell’ordine.

Ma su Yortik l’equilibrio non esiste. Il mondo stesso, con i gorghi e i conflitti tra i suoi abitanti genera disuguaglianza sociale e inquietudine spirituale. Quindi qualcuno deve pur occuparsi di fare ciò che è giusto. La vendetta è la forma definitiva di equilibrio. Pareggia i conti morali e rimette tutti sullo stesso piano. Contemporaneamente ogni vendetta genera la possibilità di un’altra vendetta, perpetrandosi in eterno. Un’eterna livellatrice. L’equilibrio non può però essere statico. La staticità comporta, nel lungo periodo, compiacenza e debolezza, e quindi nuovo caos e disordine. Pertanto L’equilibrio deve essere dinamico e di tanto in tanto i bracci della bilancia devono essere spostati. Quantomeno per tarare di nuovo lo strumento. Il tradimento è il calibro di aggiustamento dell’equilibrio. Inoltre il tradimento genera altro tradimento. Un eterno regolatore.

Prinaa mostra il suo favore a chi sceglie di vendicare i torti che ha subito o chiede aiuto per avere i mezzi per farlo. La dea sorride allo stesso modo a chi decide di tradire generando il torto e favorendo così la possibilità di perpetrare la vendetta e di misurare di nuovo lo stato di equilibrio del mondo. Le benedizioni della dea della vendetta si manifestano con lame sempre affilate, incontri fortuiti, opportunità inattese o bevande che non si scaldano mai. I benedetti dalla divinità possono essere facilitati nel compiere la loro vendetta, per poi divenire a loro volta bersagli della stessa. I più ferventi tra i suoi seguaci sono ritenuti capaci di intuire con uno sguardo le colpe di chi hanno davanti e sono seguiti ovunque vadano da un silenzio glaciale. La vendetta perpetrata in maniera indiretta invece non soddisfa la dea, che tende a ignorare le commesse, quando va bene, o talvolta ad ostacolarle attivamente.
L’assoluto anatema al credo della dea sono il perdono e il voltare l’altra guancia. La dea però tende a non mostrare direttamente il proprio disappunto. Chi ha l’occasione di vendicarsi e non la sfrutta o chi potrebbe tradire per un guadagno personale e non lo fa potrebbe scoprire che le opportunità di riparare ai torti subiti non si ripresentano.

In sintesi i seguaci della dea credono che il tradimento crei vendetta, e la vendetta crei tradimento, in un circolo che mantiene costantemente in oscillazione le braccia della cosmica bilancia dell’equilibrio spirituale. Ognuno è libero di inserirsi in questo ciclo dove crede, sapendo che una volta entrati si contribuisce a qualcosa di più grande che serve per riequilibrare la giustizia morale del mondo. Tutti gli altri quando pregano la dea, spesso non sanno neanche di farlo.

Culto e Sacerdoti: Prinaa ha pochi sacerdoti e spesso il suo culto non è permesso nei paesi civilizzati. Pur avendo pochi ministri, tutti prima o poi rivolgono una preghiera alla dea, che si pasce delle maledizioni sussurrate e di chi sceglie di servire se stesso prima degli altri.

Prinaa non ha giorni sacri in quanto tutti i giorni sono buoni per cogliere le opportunità che la dea offre. Le preghiere rivolte alla dea sono dette a mezza voce nell’ombra, o proclamate a gran voce, davanti a testimoni ma TUTTE vengono dal cuore. Spesso chi prega Prinaa non sa che lo sta facendo. Ma la dea ascolta e valuta, osservando la bilancia che oscilla, senza fermarsi mai.

La dea è spesso rappresentata come una donna bellissima, con il volto seminascosto da un cappuccio, che impugna una bilancia a due braccia sui cui piatti sono poggiate ricche pietanze in una mano e un pugnale ricurvo coperto di brina nell’altra.