Zulmora, dea della violenza e del massacro

Zulmora è una divinità che viene rappresentata con sei braccia, ognuna delle quali impugna un’arma diversa (un’ascia, un pugnale, un bastone, una spada, un arco e una lancia). Il viso della divinità non viene rappresentato dal momento che si narra che sia in grado di combattere senza l’uso della vista. Non solo: per la dea del Massacro non esistono amici o nemici, esiste solo il campo di battaglia e l’Eterno Conflitto. I patti e le alleanze possono essere rotti in nome della forza, poiché la violenza non accetta il compromesso. Se l’avversario è debole, non gli verrà tesa la mano poiché è una sua mancanza: chi non è in grado di resistere alla furia non può che venire inesorabilmente schiacciato.

Zulmora nel suo mondo era una divinità brutale e guerrigliera che vedeva l’equilibrio del mondo come un continuo di creazione e distruzione. Il Dio dell’Ordine e della Conoscenza però non condivideva lo stesso principio, ritenendo impossibile far progredire il mondo costretto periodicamente a ripartire da zero per edificare su nuove fondamenta. In questo modo, coalizzandosi con altre Divinità, sfidò Zulmora a duello in luogo specifico dove aveva previsto che si sarebbe aperto un Gorgo. Zulmora attese il suo avversario per tre giorni e tre notti ma venne tradita, risucchiata da Yortik.

Essendo una Dea che fatica a riconoscere anche il senso di comunità non viene venerata dalle Regine di Ziqqurat e dalla gran parte delle Colonie, ma piuttosto viene venerata dalle Regine dei Mari che combattono insieme per puro senso di sopravvivenza e riconoscono nella razzia e nella prevaricazione l’unico strumento di arricchimento. Esse infatti rifiutano il commercio e non hanno alleati né per terra né per mare.