Capitolo VIIa: Le creature più pericolose

Partecipanti: Mox, Caleb, McKay, Sial, Narset

Un gruppo di Spettri delle nebbie, con il supporto di Narset, parte alla volta di Ironwood, seguendo le tracce dello scomparso figlio dell’ambasciatrice Carter, dei bambini della scuola del “maestro” e del figlio del mercante (con vari gradi di sovrapposizione tra le varie figure chiari solo ad alcuni). Dopo aver lasciato l’Ombrosa al largo per fare l’ultimo tratto con un più anonimo peschereccio, il gruppo viene intercettato da misteriosi oggetti metallici subacquei. Discutendo sulla linea da tenere in terra straniera si decide di presentarsi come mercenari alla ricerca di persone scomparse.

Caleb fa segnali con le bandiere per chiedere permesso di attracco al porto. La sensazione è che sott’acqua ci possa essere qualcosa di molto grosso e pericoloso. In risposta ai segnali nell’aria si sente una voce con forte riverbero, priva di intonazione, che interroga i nuovi arrivati sulle loro identità e intenzioni. Caleb spiega che siamo di ADP, non di MN come creduto dalla voce. Gli strani oggetti metallici si inabissano e scompaiono.

Il peschereccio prosegue verso il villaggio, non molto grande ma con 3 moli, uno dei quali più imponente degli altri. Al momento la nave degli Spettri è l’unico natante in zona, tuttavia ii moli sono molto trafficati e l’arrivo di una barca straniera non sembra attirare particolarmente l’attenzione. Un gruppo di persone, guidate da una donna e accompagnate da uno strano congegno meccanico quadrupede (poco più di una cassa con le gambe), accoglie i nuovi arrivati chiedendo di quanto pesce disponiamo. Neghiamo di aver portato del pesce e Il marchingegno se ne va assieme a una parte del gruppo. La doganiera ci spiega che il coso serve per scaricare il pesce perché “che schifo la fatica”. La cassa del quadrupede meccanico al suo interno contiene delle braccia che manipolano i carichi. Mckay nota che i cosi sono alimentati a gemme. La doganiera ci chiede ulteriori dettagli sulle nostre intenzioni e, spieghiamo meglio che stiamo cercando dei sospetti rapiti che sono stati portati qua dalla Maria Elena. Non è molto sveglia. Ci guida verso un ufficio dove dovrebbero trovarsi i registri della gente che è passata di lì. Per raggiungere l’ufficio attraversiamo un magazzino dove vediamo un grosso esoscheletro che trasporta carichi pesanti.

Mentre cerca i documenti, la tizia ci conferma che nella Maria Elena c’erano effettivamente dei bambini, ma non ha dato troppo peso alla cosa. Interrogata su Plumbum nega di sapere di cosa si tratti. McKay decide di provare a chiedere di una locanda, supponendo che da qualche parte dovranno pur essere andati. La doganiera comunica la posizione dell’unica locanda della città che McKay e Mox sottolineano essere certamente squisita rispetto alle alternative inesistenti.

Sial non si arrende e tenta di farsi mostrare in prima persona la documentazione. L’eccesso di gentilezza e parole confonde la doganiera che la osserva mentre scorre con attenzione le pagine, confermando che nei registri non c’è traccia dei bambini.

Giunti alla locanda Mox e McKay ordinano da bere e interrogano il taverniere, scoprendo che i bambini sono stati lasciati dal ragazzo con le spalle larghe alla “signora Richter”. Il taverniere conferma inoltre che il posto è molto noioso (“palloso”), ma domani ci sarà una nave volante che potrà portarci in un posto più grande. Narset si guarda intorno ma non vede nulla di strano, il taverniere le sembra molto stupito quando gli diciamo che temiamo i bambini possano essere stati rapiti. La signora R è un’anziana che vive appena fuori dal villaggio, prendendosi cura di bambini senza genitori. Caleb dopo aver controllato che la doganiera non facesse la spia si unisce al bancone con gli altri. Si decide di andare all’orfanotrofio.

L’edificio è una casetta abbastanza indescritta con un recinto e uno spiazzo creato artificialmente a circa un centinaio di metri di distanza. Caleb si interroga sulla natura dello spiazzo, notando che il terreno è stato pavimentato e ci sono tracce non meglio identificabili. Non sembra né un campo da gioco né un campo da allenamento. Da dentro alla casa si odono e si vedono i segni della presenza dei bambini. Avvicinandosi alla porta veniamo invitati ad entrare dalla porta già aperta. Caleb ci mette in guardia dalle creature più pericolose possibili: i bambini.

Appena aperta la porta Caleb schiva uno scherzo pianificato con cura e ingaggia impugnando una ramazza due bambini armati di spada di legno. Nel frattempo una bambina lancia un incantesimo tentando di scacciare McKay, che resta imperturbato, nonostante la complicità di Narset. Mox e Sial restano impassibili di fronte al caos. Finalmente la padrona di casa si palesa e resta stupita di chi è stato appena fatto entrare in casa sua. Spieghiamo, che siamo qui per i bambini mentre l’anziana signora, rapidamente ripresasi dallo stupore, ci invita a pranzo.

La vecchia ci osserva le mani. Caleb chiede se sta cercando il tatuaggio come quello dei tizi che abbiamo ucciso poco tempo fa. La vecchia dice che Costantin l’aveva messa in guardia sulle persone con il tatuaggio. Mox Caleb e Narset non mangiano. Mentre la vecchia dice di non voler lasciare i bambini in mano a gente come McKay (nessuno si stupisce). Caleb fa notare che ogni attrezzo può essere usato a modo suo. Narset decide che la soluzione è addormentare McKay ma riesce solo a sedarlo un po’ (McKay deve aver sviluppato qualche tipo di resistenza alla magia a forza di lavorare con le rune su Lunaria).La Richter dice che Costantin si è diretto verso Inventium con una nave volante. Dei bambini presenti Cora e Ludwig dicono di venire da MN. Si sono conosciuti nella scuola del maestro. Ludwig è affascinato dagli occhi di Narset che gli si avvicina ma il piccolo si ritrae. Cora (9) le dice che Ludwig (4) non parla che con lei, sembra che sia molto intelligente. Tentiamo di convincere la signora a venire con noi, visto che certamente qualcuno verrà dopo di noi a farle “domande”. La signora rifiuta educatamente l’offerta. Le verrà fatto recapitare un barile esplosivo per trasformarla in una terrorista in caso di visite inattese. Premendo ulteriormente la questione, la signora ci rivela che Costantin vuole vendicarsi di qualcuno, un uomo che scambiava bambini con la Tecnocrazia per il maestro. Il nome dell’uomo è Ratan qualcosa, il firmatario della lettera.

Riportati i bambini sull’ombrosa decidiamo di andare a prendere anche noi una nave volante per andare verso la capitale.

Tornati nel porto veniamo avvicinati da una donna dall’aria alquanto sospetta, accompagnata da due uomini che si tengono distanti. Sussurrando da distante la donna produce un suono che assomiglia tanto a “Plumbum”. Con cautela ci avviciniamo e la misteriosa affabulatrice dice che sa che stiamo facendo domande a proposito di Plumbum e offre un passaggio, comunicandoci però che il prezzo sarà alto e non di pecunia. Nel frattempo uno degli accompagnatori si appropinqua mostrando un braccio meccanico e una valigetta. Caleb chiede ulteriori informazioni, e la donna dice che deve consegnare la valigetta al locandiere dell’ “Altro Mondo”, una locanda di Plumbum, che è l’unico in grado di aprirla. La donna dice di non poter mettere piede a Plumbum e che la valigetta potrebbe far gola a tutti, sia forze dell’ordine che criminali. Chiedendo del contenuto della valigetta che la donna si rifiuta di rivelare. Il gruppo discute sul da farsi, Sial non si esprime, Narset, Caleb e McKay sono d’accordo nell’accettare l’incarico, Mox si oppone, ma quando gli viene richiesta un’idea migliore non ha alternative da proporre e quindi accettano (qualcuno ha detto elezioni?)..

La donna rivela che per entrare a Plumbum e per portare la valigetta è necessario indossare una collana, da cui la valigetta, che ha una piccola gemma, non può allontanarsi. Tutti indossano le collane come da richiesta della misteriosa contrabbandiera, non senza storcere il naso.

Veniamo portati davanti a una porta, entrando il gruppo viene scosso da una strana sensazione per poi ritrovarsi in un vicolo buio, con il cielo sterminato sopra le nostre teste.